Particolarità del clima della Bulgaria
In tutta la penisola balcanica gli inverni sono molto più freddi rispetto a quelli nella penisola italiana (nonostante la latitudine sia la stessa), perché la sua collocazione la rende più scoperta alle correnti fredde che vengono da nord-est, mentre quella italiana riceve aria tiepida proveniente dall'oceano Atlantico. In Bulgaria, poi, le montagne che si trovano ad ovest bloccano le correnti provenienti da questo oceano, e le fanno sollevare: questo fenomeno causa, in inverno, un fenomeno di inversione termica sulle zone di aria più fredda situate sul suolo (aria giunta da Oriente), e ciò genera precipitazioni nevose nella parte interna, che a volte si trascinano fino alle coste del mar Nero. Queste precipitazioni sono deboli ma molto diffuse.
Le precipitazioni più forti hanno luogo quando avviene lo scontro tra strascichi dell'anticiclone russo-siberiano (piuttosto frequente, a differenza dell'Italia), che porta aria fredda verso i Balcani, e depressioni sul territorio greco e sul mar Egeo. Questo scenario è simile a quello che si verifica quando nevica nel sud Italia, nel qual caso le depressioni sono per lo più presenti sul mar Ionio. La differenza però è che da noi, di solito, le precipitazioni sono tendenzialmente a carattere piovoso, con neve oltre i 4000-5000 metri, mentre sui Balcani le correnti fredde sono più fredde delle nostre: si hanno così nevicate anche sulle coste da dicembre a febbraio (a volte persino a marzo).
In genere quando alla perturbazione segue aria fredda più secca, torna il bel tempo; tuttavia a causa dell'Effetto albedo (addizionato al logico ristagno di aria fredda nelle depressioni del terreno, come valli e conche) le temperature di notte scendono tranquillamente sotto i -15°C, provocando la formazione di ghiaccio sui fiumi: anche sul Danubio, come si è visto nel mese di gennaio dell'anno 2002, dopo che ad inizio mese ci fu una grande nevicata che interessò anche la città di Atene); nel mese di dicembre dell'anno 2001, le tempeste di neve che coinvolsero anche la nostra penisola fecero raggiungere i -20° a Sofia, e i -19° a Plovdiv.
Se mettiamo a confronto le temperature medie del mese di gennaio della città di Pleven, situata nella pianura danubiana, e del monte Botev, posizionato non lontano, possiamo arrivare a capire l'importanza che hanno le inversioni termiche nella formazione del freddo invernale. Nonostante infatti il monte Botev sia situato 2300 metri più in alto, la differenza media delle due temperature è di 6,6°C (-7,5°C sul monte, -0,9° a Pleven). Nel mese di aprile, invece, la differenza diventa di 14,2°C. Questo perché una volta scioltasi la neve, in collina ed in pianura il sole della primavera innalza subito le temperature, anche se a volte gli ultimi sbuffi di aria fredda riportano atmosfere invernali.
Le precipitazioni restano su tutto il territorio tra i 500 mm ed i 1000 mm, tranne alcune aree dei monti Balcani centrali, dove sono superiori. Le piogge cadono più intensamente in primavera nell'entroterra, ed in autunno sulle regioni costiere. Il minimo estivo si ha nel meridione e sulle coste, di solito nei mesi di agosto e settembre. In estate le temperature sono ovunque piacevoli, soprattutto lungo la costa del Mar Nero, dove località come Varna e Burgas diventano preferite dalla massa di turisti nazionali ed internazionali.